27 settembre 2006

"memorie del vento: martedì ventisei settembre"

"oggi ho combinato un gran casino!!!
mi sono alleato con la pioggia...
(che è una bellissima compagna d'avventure... e quando ci uniamo sappiamo davvero fare un gran casino...)
e ci siamo messi a correre a tutta velocità!
prendevamo la rincorsa sul mare,
che viene bene e le onde ci assecondano e poi non ci sono ostacoli,
e arrivavamo sulla costa e poi dentro nell'entroterra a devastare qualunque cosa si mettesse in mezzo!
tutto in volo!
anche gli alberi e i tetti...
per poi ritrovarci di nuovo sull'altro mare... dopo pochi secondi (o minuti? boh, il tempo anche vola quando siamo insieme io e la pioggia!) di corsa forsennata...
la cosa più appassionante: sradicare gli alberi più alti e più autorevoli.
che meraviglia! tirarli giù con tutte le radici, quelle vegliarde che stanno lì da decenni e non vedono mai la luce!
si è affacciato il sole ad un certo punto, come a dire "beh? mò non basta! fatela finita! qui (in Salento, n.d.r.) comando io!"
ed io... "beh, questo è da vedere!"
sono arrivate allora un gruppo di nuvole guappe, che si son messe in mezzo e ci hanno diviso......

così io e la pioggia abbiamo riincominciato a fare le corse a perdifiato!
tutto abbiamo scassato, tutto!
la gente, adesso, sta ancora contando i danni e ripulendo le strade dal caos..."

firmato: il Vento

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24 settembre 2006

velluto blu


Uccio Biondi "VELLUTO BLU!"2005
Tecnica Mista cm 100x100. (pigm., matite, plast., acril., vinavil su tela)

22 settembre 2006

La bruttezza non svanirà

Si era un tempo "poveri ma belli" e si è oggi ricchi e brutti, dotati di notevoli capacità di acquisto ma irrimediabilmente destinati a una crescente bruttezza.
E naturalmente "la bruttezza non svanirà", come i sacchetti di plastica della nostra immondizia, che, dicono gli scienziati, navigheranno nello spazio anche dopo che la terra sarà esplosa.
L'ossessione dell'apparenza (la cura del corpo, il fitness, il piercing, i tatuaggi, la mania più maschile che femminile per i cosmetici, gli interventi che migliorano e restaurano a forza di chirurgia plastica e di silicone, la proliferazione degli stilisti, la preoccupazione del look e del trendy ecc.) hanno portato l'italica umanità, dal leader di un decennio in giù, ad un grado molto elevato di bruttezza. Ognuno vuole sentirsi ed apparire diverso, e fa di tutto in realtà per somigliare agli altri: il non conformismo di facciata rende tutti conformisti allo stesso modo. ...Tutti vogliono sentirsi "esclusivi". Voce del verbo "escludere". Soli nella massa. Massa di solitari. La bruttezza non svanirà neanche dall'ambiente... Tutto si fa uguale... La bruttezza non svanirà, anzi aumenterà.
...La Bestia è ovunque e si trucca da bella, ma non inganna ormai altri che se stessa, perchè la Bella si è uccisa.

Goffredo Fofi, da pochi a pochi, elèuthera 2006

17 settembre 2006

viaggiatori d'occidente

Amante del silenzio
come chi torna da una guerra
poco convinto di appartenere
a questa o a un'altra terra.

[ivano fossati]

14 settembre 2006

contatore 130906

13 settembre 2006

camera a sud



Rubami l'amore e rubami
il pensiero di dovermi alzare
e ruba anche l'ombra di fico che copre
il cicalar della comare
che vedo bianco di calce e pale
pigramente virare
e ho in bocca rena di sogno
nella rete del sonno meridiano
che come rena
mi fugge di mano

Che sudati è meglio
e il morso è più maturo
e la fame è più fame
e la morte è più morte
sale e perle sulla fronte
languida sete avara
bellezza che succhi la volontà
dal cielo della bocca
bocca bacio di pesca che mangi il silenzio
del mio cuore

Sud
fuga dell'anima tornare a sud
di me
come si torna sempre all'amor
vivere accesi dall'afa di Luglio
appesi al mio viaggiar
camminando non c'è strada per andare
che non sia di camminar


Mescimi il vino più forte più nero
talamo d'affanno
occhio del mistero
olio di giara, grilli, torre saracena
nell'incendio della sera
e uscire di lampare
lentamente nel mare
bussare alle persiane di visioni
e di passi di anziani

Sud
fuga dell'anima tornare a sud
di me
come si torna sempre all'amor
vivere accesi dall'afa di Luglio
appesi al mio viaggiar
camminando non c'è strada per andare
che non sia di camminar

rubami la luna e levagli
la smorfia triste quando è piena
e ruba anche la vergine azzurra
che ci spia vestirci stanchi per uscire
fresca camicia di seta in attesa
croccante e stirata
per lo struscio e un'orzata
nel corso affollato in processione
la banda attacca il suo marciar
così va la vita...

Vinicio Capossela

10 settembre 2006

...verso il quarto LUOGO d'ALLERTA

sette settembre duemilasei
Decidiamo di attraversare paesi e campi, di percorrere le straducce provinciali per raggiungere Ceglie Messapica, non più la superstrada per Brindisi e Bari per poi uscire ad Ostuni... Ok. Allora Campi Salentina-Guagnano poi San Pancrazio... e già questa è una strada familiare anche se a percorrerla ogni giorno non sono stata io negli ultimi venti anni ma lei, la mamma, che da quest'anno è in pensione e non la percorrerà più con così tanta assiduità... per la sua gioia... A San Pancrazio cercavamo una indicazione per Oria ma un signore, vicino al baretto in piazza, quello del classico caffè del primissimo pomeriggio, ci dice che dobbiamo proseguire per Torre Santa Susanna e poi ci sarà Oria. E allora pensiamo insieme "che strano che Torre Sanata Susanna sia nell'entroterra, con un nome così sembrerebbe un luogo costiero..." mi riprometto di approofondire e trovare il perchè di questo nome... di che torre si tratterà?* Le strade sono belle e comode e presto siamo a Torre Santa Susanna... l'idea che mi faccio è che nuovamente qui si passa un varco territoriale e non è questione di passaggi interprovinciali, già da Campi, man mano che ci si allontana, il clima umano e ambientale si modifica velocemente e radicalmente... più e più volte... e dunque qui si vede che c'è un altro mondo... è sul concetto di usura che mi muovo nella riflessione, l'idea cioè che qui ci sia un vivere più rispettoso di ritmi tempi e naturalezze umane... non son consumate le strade, semplici sono gli sguardi di chi s'incontra, in pace i fichi d'india sulle loro pale a stagliarsi regali nel sole caldo di un settembre mite e dolce e sereno... radente la luce raccoglie le visioni e le restituisce rotonde e smussate... e accoglienti... più indietro sta qui la modernità e lo si vede anche solo nel linguaggio delle strade e delle sue segnaletiche ma più avanti, decisamente, è la mentalità che saggiamente ruba alla tecnologia pali della luce stradale alimentati a piccoli pannelluzzi solari... saggio non bucare cigli di strade o pontificare a fili elettrici i campi così invece liberi e selvatici e puliti seppur umanamente organizzati... Proseguiamo e sale e scende la strada garbata e il rispetto delle cose qui balza all'occhio sotto forma di pulizia cura del dettaglio e una continuità di piacere nello sguardo... non una interruzione non una caduta nelle brutture che tanto tanto sono invece diffuse nel nostro "piagato" e violato e torturato Salento... tradito dal suo stesso popolo disattento distratto e approssimativo nei gesti di ogni giorno... dal suo stesso popolo che scarica interi cassoni di camion pieni di rifiuti sui cigli delle strade di campagna appena fuori dai centri abitati come se quel fuori fosse il fuori dallo sguardo o il fuori da casa o il fuori da tutto. Tradito il Salento non conosce il verbo del rispetto e per questo raccoglie tagli e cicatrici... a volte rimmargina ma tarda a guarire... che già si somma taglio! Continuiamo il percorso e s'intarvede bella e verticale Oria, splendente nel sole la cupola verde e sontuose le mura nell'azzurro pieno. La "costeggiamo" come fosse un'isola perchè ora è Francavilla Fontana la nostra prossima tappa. Presto ci giunge alla vista ma poi ancora dopo un breve attraversamento di questa città elegante e ricca seppur pomeridianmente deserta ci dirigiamo a Ceglie ma già a metà strada sono i trulli nei campi a raccontarci questo nuovo passaggio di terra di gente di storia di vita e di vite... trulli rupestri e trulli domestici alternati dicono tanto di una vita comunque legata ancora oggi alla terra ai suoi frutti al suo lavoro alle sue bellezze d'aria di luce e di vento... Camminando siam giunti a Ceglie e dopo una breve sosta dissetante in un enorme arioso avvenieristico bar alla moda... ci addentriamo nelle campagne nelle contrade sulle tracce discrete ma precise della "nostra" Masseria Lo Jazzo che sarà il teatro campagnolo di questa quarta serata della quarta edizione dei Luoghi d'Allerta... Meraviglia è di ordine e disordine ordinato d'architetture antiche e diverse a incastro una nell'altra una dietro all'altra e l'altra accanto... luce, caldo e silenzio e verde tutto intorno... viandanti dei giovedì cegliesi arrivano visitano e vanno buongiorno arrivederci... Scende la sera e arrivano gli artisti... gli strumenti le sacche tintinnanti di sonagli e metalli... (io aiuto per i pesi... ma come s'appoggiano per non danneggiarne i suoni?)... Sound check... poi ci lanciamo tutti...

v

* vedi commento

06 settembre 2006

Stefan - Antonio Verri

Stefan guarda, strabuzza...
Stefan ancora ricerca la pista
sprofonda nei vuoti o in accortissimi piani

sa sbavare, smarrirsi, tumettare
in molti sogni, simulacri tenui,
sottili eccessi,
ritorni, escrescenze d'aria

o sa

di esistere, nascosto e rancoroso
in un gelido sbuffo d'aria

nei poco allegri languori degli anni di piena

guaffo ragazzo, cresciuto coi lecci
nello stupore del caprifico fecondo
che gonfia promesse di godimenti
ingrassa paure, attese, rimpianti...

[ Stefan siamo noi!... e quanto la poesia ci dice di un territorio?
dell'esserci in un territorio, farlo con la presenza, con l'inquietudine e la pace dello sguardo... quanto la poesia può
?]

05 settembre 2006

Il sibilo lungo di Antonio Verri

Cambia, cambierà
di molto, il volto della campagna,
degli aggregati umani, di interi paesi:

è cambiato dal dopoguerra ad oggi,
cambierà ancora
tra due, tre generazioni.

E cambieranno naturalmente anche abitudini
modi di lavoro, rapporti...

ecco,

quel che non cambierà mai
sarà l'idea del dialogo con la terra
che l'uomo ha stabilito dal tempo dei tempi,
il grosso respiro.
Il sibilo lungo che si può udire solo di mattina,
mirando nella vastità dei campi,
con accanto, sentinelle silenziose, gli alberi d'argento...

[a questi versi...
sono questi versi il manifesto del nostro blog!
... i luoghi, il territorio,
la necessità di uno sguardo lieve e insieme capace di scorgere
le qualità sottese e il taglio crudo della ferita... già lo sguardo...!]

04 settembre 2006

La salina



Ti ho sentito cantare
ventosa sul fianco
lungo della salina
dove un tempo
aspettavamo i saraceni
sfogliando l'orizzonte
dalla torre.

da Salentitudine - Vanni Schiavoni (2006 . Lieto Colle)

02 settembre 2006

Sto per partire, il cielo è di nuvole chiare
apre azzurri incredibili e la luce si fa radente...
odora di vino e di foglie d'ulivo bruciate,
...chè fanno le aie per la raccolta e ogni ulivo ha il suo cerchio, a celebrare...
Sto per partire, accompagno Franco Ungaro ad Andria, presentiamo il suo libro:
Dimettersi dal Sud, i cantieri teatrali koreja (Laterza)
... una storia collettiva e intima insieme.
Chi non ha legami con Aradeo e i suoi teatri?
Moltissimi tra quelli che intensamente hanno vissuto nel salento gli anni 80,
e prima i movimenti, con le andature che mischiavano lotte e creatività.
Koreja è parte di quella storia,
è patrimonio comune e anche modello esemplare di lavoro corale,
capace di organizzarsi e di darsi progetto.
Sono molto felice di lavorare a questo progetto,
mi riconnette a quel patrimonio, a quel passato...
ai giorni di sant'Arcangelo nel 1978
avevo come dirimpettai di tenda
Franco e Salvatore nel campo comunale,
una festa del teatro che ci ha partoriti...
nella comune passione.

SIDEROFONO RAUCO oggetto sonoro di
  • antonio de luca



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