14 ottobre 2008

il piacera della canzone

"Musica Moderna vuol dire proprio questo.
Non c'è alcuna modernità in quello che musicalmente stiamo vivendo oggi.
Il futuro è ancora solo un'idea, non si è mai raggiunto
e tutto gira ancora intorno a cose già viste, passate, ancora non vecchie.
Come in un film di fantascienza degli anni Cinquanta"

- Ehi! , mi fai un regalo, prima di tornare a casa prendi il nuovo cd di Fossati!?
Ivano Alberto Fossati di 33 giri e di cd ne ha fatti più o meno ventisei, il primo Lp nel 1971, con i Delirium, senza contare le tante collaborazioni.
L'attesa dura più o meno un anno, certe volte due, poi l'uscita e i fan si preparano all'ascolto.
Un rito che si ripete: l'acquisto, rigorosamente di un originale e... a casa di filato, togli il cellophan, apri la confezione... veloce, fino al play.
E poi, pian piano esplori.
E' sempre così con un disco nuovo: distilli l'ascolto.
Pian piano, a gustare sino in fondo, conoscere le parole, gli incisi sonori, le variazioni ritmiche.
Impari il testo, lo canti, poi solo viene in mente, sussurra, ti prende.
- A me non piace Fossati, dice una al banco di Pick Up, è sempre uguale!
Già, 'è sempre uguale'. Sta qui il mistero: quel 'sempre uguale' ti canta l'anima.
Se no 'uno', un autore, perché ti piace, ti convince?!
Ti dice parole e ti fa dire parole. Questo è la canzone, la poesia cantata.
“Musica moderna” (Columbia, 2008) si chiama il nuovo lavoro del cantautore genovese, undici canzoni che attraversano la memoria, raccontano storie, sussurrano sogni e parlano di un mondo, ancora forse, troppo veloce, un viaggio attraverso suoni diversi, che si inseguono senza una continuità melodica definita.
Ed è proprio 'moderno' il suono che ascolti, quello 'classico' che gli è proprio. La sua geometria compositiva attraversa con sapienza il canone melodico del rock. Musica moderna, appunto. Genere conosciuto, ampiamente socializzato, pop (popolare), con le “conseguenze” vocali, le entrate corali e i soli che modulano ed educano l'ascolto. Il sax a fare le coloriture, il controcanto, l'organetto di Riccardo Tesi, la cornamusa e i flauti fanno il viaggio, organizzano ciò che è del corpo! Della danza! C'è tutto, 'sempre uguale'. Tutto ciò che serve a raccontare storie. Ciò che serve a quel cantare, a quella voce.
Sottolineature, pause, ritorni ritmici, rif melodici, sapienze compositive tutte volte tutte al dire della poesia. Da chansonnier, autore poeta. E' qui la chiave di comprensione di Ivano Fossati, di quel 'sempre uguale': la canzone, il piacere di cantare, di dispiegare la canzone, di suonarla.
E Fossati oltre che poeta è anche filosofo-politico, educatore civico volto al pubblico. Divulgatore di anima quando canta l'amore e la fragilità, di civico sentire quando leva il canto “sociale”.
“Musica moderna” racconta di un mondo troppo veloce, popolato da esseri affrettati e persi dietro un'idea di futuro che rischia di diventare pericolosamente insipido, stupidamente autocentrato, "spazzatura". Parla di tv, gossip e processi mediatici ('Il paese dei testimoni'), così come del problema dell'acqua e dell'incetta delle risorse idriche da parte delle multinazionali ('La guerra dell'acqua'). Racconta sogni occidentali fatti dall'est, dalontano, dove il mondo è ancora immerso nel passato ('Last minute'). E parla d'amore. Dell'amore appena nato, emozionante, con tumulti allo stomaco ('Miss America'), fino all'amore acquisito, celebrato e trascurato ('D'amore non parliamo più') a a quello dichiarato e romantico ('Musica moderna').

MM

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