10 settembre 2006

...verso il quarto LUOGO d'ALLERTA

sette settembre duemilasei
Decidiamo di attraversare paesi e campi, di percorrere le straducce provinciali per raggiungere Ceglie Messapica, non più la superstrada per Brindisi e Bari per poi uscire ad Ostuni... Ok. Allora Campi Salentina-Guagnano poi San Pancrazio... e già questa è una strada familiare anche se a percorrerla ogni giorno non sono stata io negli ultimi venti anni ma lei, la mamma, che da quest'anno è in pensione e non la percorrerà più con così tanta assiduità... per la sua gioia... A San Pancrazio cercavamo una indicazione per Oria ma un signore, vicino al baretto in piazza, quello del classico caffè del primissimo pomeriggio, ci dice che dobbiamo proseguire per Torre Santa Susanna e poi ci sarà Oria. E allora pensiamo insieme "che strano che Torre Sanata Susanna sia nell'entroterra, con un nome così sembrerebbe un luogo costiero..." mi riprometto di approofondire e trovare il perchè di questo nome... di che torre si tratterà?* Le strade sono belle e comode e presto siamo a Torre Santa Susanna... l'idea che mi faccio è che nuovamente qui si passa un varco territoriale e non è questione di passaggi interprovinciali, già da Campi, man mano che ci si allontana, il clima umano e ambientale si modifica velocemente e radicalmente... più e più volte... e dunque qui si vede che c'è un altro mondo... è sul concetto di usura che mi muovo nella riflessione, l'idea cioè che qui ci sia un vivere più rispettoso di ritmi tempi e naturalezze umane... non son consumate le strade, semplici sono gli sguardi di chi s'incontra, in pace i fichi d'india sulle loro pale a stagliarsi regali nel sole caldo di un settembre mite e dolce e sereno... radente la luce raccoglie le visioni e le restituisce rotonde e smussate... e accoglienti... più indietro sta qui la modernità e lo si vede anche solo nel linguaggio delle strade e delle sue segnaletiche ma più avanti, decisamente, è la mentalità che saggiamente ruba alla tecnologia pali della luce stradale alimentati a piccoli pannelluzzi solari... saggio non bucare cigli di strade o pontificare a fili elettrici i campi così invece liberi e selvatici e puliti seppur umanamente organizzati... Proseguiamo e sale e scende la strada garbata e il rispetto delle cose qui balza all'occhio sotto forma di pulizia cura del dettaglio e una continuità di piacere nello sguardo... non una interruzione non una caduta nelle brutture che tanto tanto sono invece diffuse nel nostro "piagato" e violato e torturato Salento... tradito dal suo stesso popolo disattento distratto e approssimativo nei gesti di ogni giorno... dal suo stesso popolo che scarica interi cassoni di camion pieni di rifiuti sui cigli delle strade di campagna appena fuori dai centri abitati come se quel fuori fosse il fuori dallo sguardo o il fuori da casa o il fuori da tutto. Tradito il Salento non conosce il verbo del rispetto e per questo raccoglie tagli e cicatrici... a volte rimmargina ma tarda a guarire... che già si somma taglio! Continuiamo il percorso e s'intarvede bella e verticale Oria, splendente nel sole la cupola verde e sontuose le mura nell'azzurro pieno. La "costeggiamo" come fosse un'isola perchè ora è Francavilla Fontana la nostra prossima tappa. Presto ci giunge alla vista ma poi ancora dopo un breve attraversamento di questa città elegante e ricca seppur pomeridianmente deserta ci dirigiamo a Ceglie ma già a metà strada sono i trulli nei campi a raccontarci questo nuovo passaggio di terra di gente di storia di vita e di vite... trulli rupestri e trulli domestici alternati dicono tanto di una vita comunque legata ancora oggi alla terra ai suoi frutti al suo lavoro alle sue bellezze d'aria di luce e di vento... Camminando siam giunti a Ceglie e dopo una breve sosta dissetante in un enorme arioso avvenieristico bar alla moda... ci addentriamo nelle campagne nelle contrade sulle tracce discrete ma precise della "nostra" Masseria Lo Jazzo che sarà il teatro campagnolo di questa quarta serata della quarta edizione dei Luoghi d'Allerta... Meraviglia è di ordine e disordine ordinato d'architetture antiche e diverse a incastro una nell'altra una dietro all'altra e l'altra accanto... luce, caldo e silenzio e verde tutto intorno... viandanti dei giovedì cegliesi arrivano visitano e vanno buongiorno arrivederci... Scende la sera e arrivano gli artisti... gli strumenti le sacche tintinnanti di sonagli e metalli... (io aiuto per i pesi... ma come s'appoggiano per non danneggiarne i suoni?)... Sound check... poi ci lanciamo tutti...

v

* vedi commento

3 Comments:

Blogger vento said...

La storia di Torre Santa Susanna è abbastanza complessa. Essa trae le sue origini dai Messapi i quali costruirono nella zona abitata una Turris Messapiorum che nella realtà era un granaio della vicina Oria. Costituiva un nucleo turrito posto a difesa e protezione della città di Oria, dandogli in questa maniera una funzione militare di prima difesa e di riserva di derrate alimentari.
L'avamposto turrito si rafforzò maggiormente divenendo presidio militare, lo testimoniano le numerose cisterne e le varie fogge per il grano e per l'olio.
Torre Santa Susanna, disposta a poca distanza dalla via dei Messapi, l'attuale via Oria - Cellino, era anche vicina al Limitone dei Greci, linea difensiva che divideva a sud i Greci e a nord i Latini.
Con la decadenza di Roma, Torre e tutto il Salento cadde sotto il dominio dei Bizantini e fu invasa da una prima immigrazione di monaci Calogeriani nel V/VI sec.. In seguito altre immigrazioni porteranno sul suolo della Puglia i Basiliani, costretti ad emigrare a causa della persecuzione iconoclasta. La pacifica invasione perdurò sino al X secolo, lasciando nelle nostre contrade numerosissime testimonianze come eremi, laure, cenobi, cripte ecc.
La latinizzazione del Salento era, però, nelle mire del Papato che inviò i Benedettini nelle nostre contrade a questo scopo. Fu così che su ogni insediamento greco vi fu un insediamento latino.
I casali esistenti nel circondario di Torre furono abitati sino al X secolo, periodo questo che per motivi di sicurezza vide il depauperarsi della popolazione sempre più. Una ricca aggregazione di abitanti provenienti da questi casali avvenne sul sito che poi si sarebbe man mano ingrandito, divenendo Torre Santa Susanna. La trasformazione del luogo da Turris Messapiorum in Torre Santa Susanna avvenne nel XIII secolo, quando il Culto alla Santa si era oramai consolidato nel tempo.
Nella la cittadina si costruirono altre Torri sul posto ove erano state distrutte quelle più antiche per volontà espressa da Manfredi; nello stesso periodo si fa risalire la prima chiesa parrocchiale di Santa Susanna Vecchia, demolita degli ultimi suoi resti all'inizio del 1900.

17:35  
Blogger vento said...

http://www.comune.torresantasusanna.br.it

17:36  
Anonymous Anonimo said...

meraviglia, sei gia cronista, reporter compiuta di sguardo e di sentire...
m.

12:46  

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