atto d'amore
[21 agosto, a portu russu. atto e foto: vs]
C'è uno scoglio bellissimo a Badisco, nella 'piega' di Portu Russu. La pietra in alcuni punti si tinge, fa ruggine, come se avesse assorbito la sostanza della terra, cade a picco concedendo piccole terrazze alla sosta. Un'insenatura stretta, che quieta il vento e calma ogni corrente. Giorni fa un grande banco di pesci la riempiva e il fondale sembrava un prato da brucare. Vi lascio immaginare lo scintillio sott'acqua, i guizzi e le manovre repentine che s'aprivano come s'aprono i fuochi d'artificio nei nostri cieli nelle notti dei Santi. Di luoghi così la costa salentina è piena, ognuno con la sua particolarità con la sua intima bellezza. Ognuno, se lo andate a visitare in questi giorni di fine estate, 'ferito' dall'incuranza. Lo scoglio di Portu Russu lo trovate tutto ornato da cicche. L'accanimento del vizio si sa, rende insensibili e molti sono i fumatori in costume da bagno: che cosa c'è di meglio di una “bbella sigaretta” prima e dopo una nuotata? Tanto altro di sicuro! Ma il vizio è vizio, non si governa. E non si governa tutto quanto ne consegue per cui, visto che si è en plain air, che gusto lasciar di sè traccia e via, ogni sigaretta fumata è una cicca abbandonata, da incastonare con cura e dovizia nelle fessure, negli incavi, negli spacchi dello scoglio. Che ossessione!
Una pubblicità in questi giorni è stata veicolata sulle pagine dei maggiori quotidiani, raccontava l'inquinamento di una spiaggia. C'era la sabbia e poi tutto ciò che normalmente, con assoluto 'candore' scegliamo di abbandonarvi, a corredo informativo dell'immagine i tempi di biodegradabilità: un fazzoletto di carta 'scompare' in 4 settimane. Poco no? Confortati?! Continuate a leggere... Ma prima di dare i numeri, voglio informarvi che la piega di scoglio di Portu Russu, è stata con un atto d’amore riportata alla sua integrità e bellezza (vedi la foto). Un atto d’amore che auspichiamo divenga contaggioso e si propaghi, divenendo comportamento comune. Modo del viaggiare e dello stare nei Luoghi. Un quotidiano ci mette 6 settimane mentre una rivista patinata 8 - 10 mesi. Uno sciocco fiammifero 6 mesi, un accendino 100 anni. Un mozzicone di sigaretta 1 anno e più, una sigaretta senza filtro (grazieaddio!) 3 mesi. Un chewing-gum 5 anni. Una lattina di alluminio 10 anni. Un sacchetto di plastica 500 anni e più; stoffa e lana ci mettono dagli 8 ai 10 mesi e orrore il tessuto sintetico 500 anni e più. Una bottiglia di plastica 'resiste' quasi 100 anni. Gli assorbenti e i pannolini 200 anni. Le carte telefoniche 1000 anni mentre il tempo delle bottiglie di vetro è indeterminato. Leggo che il vetro è il materiale più importante da riciclare perché per produrne una tonnellata ci vogliono 1,1 tonnellate di sabbia, soda, calcare e grandi quantità di energia ed acqua. Riciclandolo si risparmia circa il 95% delle risorse utilizzate quale materie prime. E ancora che i bastoncini di cotton fiock che vediamo sulle spiagge sono quelli gettati nei water, che galleggiano nei nostri mari e nei nostri fiumi per anni e fanno soffocare i pesci. I sacchetti di plastica che non vanno in discarica e che finiscono nei nostri corsi d’acqua portano gravi conseguenze agli animali che li abitano che ingerendoli accidentalmente muoiono soffocati. E ancora tanto altro se si cerca in giro la giusta informazione su quanto accade in questo tempo sciagurato!
“Mai più turisti” ho scritto ieri, titolando un corsivo dedicato all'Estate Salentina. Già, “mai più” pensiero suicida per una terra che vuole votarsi all'Industria Turistica. Che tanto apprezzerebbe divenire mèta e mira di tour operator. Si consumano parole, proposizioni, progetti. Si dice 'Turismo Di Qualità' (che fa “chic e very nice”) ma non 'Turismo Sostenibile' o 'Turismo Responsabile'. Si invitano le persone a consumare, consumare, consumare ma non a rispettare l'oggetto e il luogo della loro consumazione. E allora, si può pensare di trasformare questo arrembaggio scomposto e scamiciato in un approdo cosciente e consapevole. C'è differenza fra turista e viaggiatore? Ci sarebbe da riflettere. In quella differenza potremmo trovare la chiave di una politica dell'accogliere non più soggetta alle regole del mercato ma forte della sua virtù e della sua particolarità.
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