03 gennaio 2007

Rose d'inverno: le mostre di Teresa Ciulli


Attenzione, attenzione! L’occasione è ghiotta, ma poco il tempo per poterla ‘gustare’!
C’è una piccola-grande mostra in un luogo incantato nei vicoli del centro storico. Una stradina inattesa, via Santa Maria dei Veterani, si apre a destra in prossimità dell’ Arco di Prato; lì c’è una piccola chiesetta che ospita Inari bottega di Culture Alimentari. Tra barattoli di delizie della cucina tipica meridionale, vini, ricercati salumi, pasta e conserve potrete, sino al 4 gennaio,‘collegarvi alle nuvole’. Due alucce di legno antico, invitano e tutto l’impianto della costruzione sembra prendere il volo, tanta è la leggerezza delle opere in mostra. “Molliche di cielo e altre briciole” vi verranno incontro in piccole visioni di poesia che portano l’arte di Teresa Ciulli.
Una luna rossa si arrampica in un cielo nero, tenuta da un filo governato da mani di donna, tutto tenuto in un cassetto di un vecchio “cumbò” che fa da casa alla notte. C’è il vento e c’è il mare in un quadro che folgora d’azzurro, un altro spezzato su un angolo svela i desideri d’un uomo vestito di nero che libera suoni dal suo cilindro; una donna poi, che corre, presa dal frastuono del sentimento, dai battiti dei cuori che fanno l’amore! Oh, l’amore! Tutto in compendio, in due piccoli tomi allestiti su un minuscolo tavolino, che si moltiplicano nei libri fatti di veli, di carte assorbenti, foglie, che troverete mischiati alle cose della bottega: il manuale per fidanzati impazienti, la borsa da prendere con mani di fata e un grande album che accoglie ali di farfalla.
La forza e la fragilità dell’arte, in cose piccolissime che svelano l’attimo dell’intuizione, del desiderio del creare. Come un osso lanciato è l’arte e l’artista è il lancio e il cane che insegue quando si abbandona alle idee e al fare. Un bacio e l’ombrello, un canto e una donna con una maniglia che dice: “portami via” e strappi, scavi, fasci di fogli, si mischiano alle voci di bambini in un piccolo monitor che racconta le esperienze didattiche dell’inquieta maga-poeta.
Le mostre da Inari continueranno sino al 27 gennaio, degustando Jazz, ammirando paesaggi rurali, una mostra filatetica sui piatti tipici del mondo e le cucchiare di legno di Genuario fatte non per mangiare ma per nutrire… la tradizione. E anche Teresa continua gli incontri di “rose d’inverno” con un expò che innaugura uno spazio espositivo nel suo studio il 10 febbraio. L’occasione di un altro volo!

MM

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1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

“ Mi dirà complimenti,
o mi batterà la mano sulla spalla”.
Niente.
Lo scalone è ampio e lungo, e noi due
andavamo affiancati mettendo avanti un piede dopo l’altro
in quel silenzio notturno,
con le nostre miserie.
La Pace.
Non la pace dell’uno o dell’altro,
ma il punto in cui c’è l’equilibrio tra l’individuo e la collettività.
Non esiste una parola più moderna da un punto di vista sociale,
infatti nei secoli dei secoli non si è mai parlato come adesso di pace,
entra nei discorsi quotidiani,
e provoca anche iniziative che non ci possono mai più
far tornare indietro dal punto in cui ci portano;
non tutti sono in buona fede, si grida,
non vedono costoro che la ruota è messa in moto
e nessuno può più fermarla
e quindi se fosse vero che
qualcuno l’ha messa in moto in mala fede
è fregato.


Cersare Zavattini – Premio della Pace 1954.

Da | Io Un’autobiografia | a cura di Paolo Nuzzi | Einaudi , Stile Libero 2002

09:30  

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