15 dicembre 2006

“T’ho sempre odiato lo sai pifferaio?”


A San Donato, per la dodicesima edizione del Concorso Gino Perrone, fino al 31 gennaio, presso la Biblioteca Comunale, centro socio culturale di via Roma, è allestita la mostra “T’ho sempre odiato lo sai pifferaio?” di Vittoria Facchini illustratrice molfettese di grande talento e fortuna editoriale.
Vittoria Facchini dice d’essere logorroica nel suo divenire di segni. Una estetica della linea storta, dello sgimbescio, della macchia, dello sgarro calligrafico. Cose di ogni giorno si mischiano: vecchi tomi tinti a grosse pennellate, cassetti, una radio, flauti, pennelli e barattoli di colore. Minuterie assimilate insieme ad immagini prese da rotocalchi, spatinate e trattate nella macina creativa che inquacchia, fotocopia, strappa, accartoccia e rigenera. Sveglia! Apre gli occhi, scuote e scrive un altro senso, un altro guardare.
C’era un signore, in giro per la sua mostra che attraversa ed ambienta le sale della biblioteca comunale di San Donato, che s’era fatto tutto occhi ed indagando ogni piccolo particolare dell’allestimento continuamente ripeteva: “Ah! lei parte da una negazione, esorcizza le paure dell’infanzia, ci fa vedere le sue ossessioni”. Un segnare che è puro impulso emozionale, scatto nervoso, disincanto di un poeta che sganghera la realtà, lo stupore, lo sbigottimento, la paura, i sì e soprattutto i no.
Lei è una che le “acchiappa” le cose che muove, le tira su come da un precipizio e le mette in scena con una maestria pittorica che smargina la fiaba in una fascinazione interpretativa che dal sé va al narrare. Oggettivando un sentire sempre in cerca, mai esausto, veloce, saettante. Mai al riparo, esposto, schierato, militante.
C’è nel nostro oggi, un esasperata ricerca della finitura, di una leziosità decorativa che contamina anche il più trasgressivo trend. Siamo fermi nel tentativo di somigliare! Essere omologhi, conformi, all’altezza di un mondo che della superficilità e della superfice fa virtù.
Qui, tra le cose di Vittoria tutto si rompe e la fiaba è interpretata nel suo brutto di fiaba crudele, al riparo delle malie d’un flauto che strega, dalla parte dei topi e di bambini per “fare a pezzi per ripicca un tremendo ammaliatore” e cattivissimo signore.

MM

[Per le visite:
dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle 13.00
Il lunedì, mercoledì e giovedì dalle 15.30 alle 18.30
Per contatti 328.0249475]

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