31 ottobre 2006

esser differenti.

sembra che sia normale. già, il buffo è che siamo tutti ugualmente differenti. solo che per molti è motivo d'orgoglio. una distinzione che ci distanzia dalla massa. la differenza è aristocratica. distinguersi dalla folla, come a snobbare l'opinione comune. altro che a te girano i coglioni, di questa differenza. già, vorresti essere uguale, banale, anonimo. per te sarebbe più facile, mimetizzarti nel mucchio. si vede da come vesti. incolore, banale, uguale da trent'anni. da come cammini, mai in mezzo, sempre attaccato ai muri. nell'apparire forse ci sei riuscito. e nell'essere? sì, sapere che sei protetto dal pensiero comune di tanti. sentirti rassicurato dall'opinione altrui. potersi rifugiare nella normalità dell'idea diffusa, che molti definiscono "di maggioranza". niente, sei sempre stato estremista. una minoranza oppressa, schiacciata dal fuori omogeneo, compatto. idee bislacche, assurde, dalle quali non riesci a distaccarti. ti piace il "fai da te" del pensiero. mai che tu trovi qualcosa di bell'e pronto che ti vada bene. e non ti aiuta neppure dire "avevo ragione" quando per esempio senti dire che il pianeta è in riserva, che tutto è irrimediabilmente sputtanato. esser differenti non è un privilegio. è una condizione di disagio. il più delle volte un imbarazzo. ti senti scemo, nel migliore dei casi. abituati.

lapo
(http://lacasadilapo.slinder.com)

SIDEROFONO RAUCO oggetto sonoro di
  • antonio de luca



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